Associazione Traumi Parma è un’associazione di volontariato, nata nel 1985, che si occupa di persone che, nel corso della loro vita, hanno subito un trauma neurologico, dall’ictus al trauma cranico, Aiutiamo anche i loro familiari, a loro volta costretti a ricostruire un progetto di vita. 

Apparteniamo alla Federazione Nazionale Associazioni Traumi Cranici, che coordina la condivisione delle risorse, competenze ed esperienze delle associazioni locali confederate. 

Lavoriamo grazie a un gruppo di professionisti che volontariamente si attivano fornendo vari servizi, mettendo a disposizione le rispettive peculiarità di settore, per offrire informazioni amministrative, legali, psicologiche e fisioterapiche.

L’intento dell’Associazione è quello di crescere insieme ai familiari, accompagnandoli nel trauma, dando loro gli strumenti informativi per muoversi nel sistema burocratico della disabilità, oltre a momenti di sostegno individuale e di gruppo.

Siamo anche presenti in campagne di sensibilizzazione e in progetti creativi sulla disabilità, per responsabilizzare la cittadinanza e favorire l’integrazione.

CHI SIAMO

Associazione Traumi Parma nasce nel 1985 presso il Centro di Rianimazione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma.

Il progetto è iniziato grazie a due donne straordinarie, Anna Maria Veneri e Giuliana Contini, che, straziate da un dolore indicibile per la perdita dei loro figli, avevano trovato nell’impegno per le persone traumatizzate e le loro famiglie un parziale sollievo. Insieme a loro, un gruppo di familiari e di medici rianimatori, come il Dott. Zuccoli e il Dott. Stocchetti, ha deciso di affrontare e approfondire tutti i problemi complessi inerenti al trauma cranico.
Ancora oggi questo continua ad essere la maggior causa di morte e di gravi invalidità permanenti per i giovani dai 15 ai 40 anni. Si parla infatti di “Epidemia Silenziosa”: “epidemia” perché causa diffusa e costante di morte e di gravi invalidità permanenti, “silenziosa” perché è spesso sottovalutata. 

L’Associazione aderisce alla “Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico”, formata da 23 associazioni, che sostiene con la sua presenza vari progetti di prevenzione, e partecipa a congressi e convegni che si occupano di problemi legati alla prevenzione e riabilitazione di persone con traumi.

Per contrastare l’aumento degli incidenti stradali l’Associazione Traumi, in conformità con le linee guida delle istituzioni sanitarie, punta alla prevenzione di questo fenomeno e al sostegno delle famiglie con vissuti legati agli incidenti stradali.  Perchè i programmi di prevenzione possano essere efficaci, è necessario partire da un’azione di informazione di tutti gli attori coinvolti: dagli operatori sanitari alle autoscuole, dalle famiglie alle scuole. Resta sostanziale, oltre alla prevenzione, l’interesse verso la tematica della disabilità acquisita, promuovendo costante informazione e formazione con lo scopo di facilitare le famiglie nel delicato compito di assistenza.

COSA FACCIAMO

Scopri i nostri progetti

COLTIVIAMO L’INTEGRAZIONE

Il progetto sperimentale di Ortoterapia chiamato “Coltiviamo l’integrazione”, realizzato in un’area verde comunale nelle vicinanze del Centro dall’equipe di lavoro di Casa Azzurra, prevede la partecipazione degli utenti del Centro in sinergia con gli anziani del territorio.

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PROGETTO RESIDENZA

Il progetto Residenza nasce dall’osservazione di come si possano modificare i rapporti familiari di persone che hanno subito un trauma cranico e dal desiderio e dalla necessità di offrire una prospettiva serena, dignitosa e adeguata ai loro bisogni per il resto della vita.

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PROGETTO PREVENZIONE E SICUREZZA STRADALE

Il nostro progetto è rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado per ridurre i fattori di rischio e l’atteggiamento fatalistico troppo spesso causa di incidenti stradali. Questo progetto prevede una giornata informativa dove… 

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SERVIZI

“Dopo di noi”

Associazione Traumi Parma si offre di offrire aiuto e sostegno agli utenti con disabilità acquisita, e alle loro famiglie, offrendo diversi servizi come: l’analisi delle esigenze del destinatario e dei familiari,  l’analisi delle risorse disponibili, la costruzione del progetto e l’affiancamento con il pubblico ufficiale. Si tratta del progetto conosciuto con il nome “DOPO DI NOI”. Nel 2016 infatti è stata emanata la legge sul dopo di noi, allo scopo di introdurre strumenti pubblici e privati che favoriscano il benessere, l’inclusione sociale, l’autonomia e l’assistenza delle persone affette da disabilità grave. Con questa legge, quindi, si attua una progressiva presa in carico del disabile già durante l’esistenza in vita dei genitori e nel pieno rispetto della sua volontà.

La legge sul dopo di noi prevede la possibilità di attribuire – mediante atto pubblico o testamento – un vincolo di destinazione su beni immobili e beni mobili iscritti in pubblici registri al fine di garantire un’adeguata protezione ai beni essenziali per la vita e per la serenità del disabile (ad esempio la casa) e costruire un progetto di vita futura in cui i caregiver non ci saranno più, declinando il progetto singolo alle esigenze dei destinatari che sono i veri protagonisti del progetto.

Per sostenere e tutelare le persone affette da disabilità grave è stato istituito un Fondo (presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) finalizzato a:

  • adottare programmi di intervento e supporto volti ad impedire che i disabili vengano ricoverati presso gli istituti;
  • realizzare, ove necessario, una soluzione abitativa extrafamiliare;
  • creare di soluzioni alloggiative di tipo familiare;
  • accrescere la consapevolezza del disabile e sviluppare le loro abilità e competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento dell’autonomia e dell’indipendenza.

Per accedere al fondo è necessario aderire a uno dei progetti attivi a livello regionale, previa valutazione effettuata da un gruppo di professionisti. La valutazione è importante per definire un progetto su misura che metta al centro il disabile e individui gli specifici sostegni di cui ha bisogno, a partire dalle prestazioni sanitarie e sociali. Se il disabile non è in grado di manifestare autonomamente la propria volontà, saranno i genitori (oppure chi ne cura gli interessi) a provvedere. Il progetto prevede, inoltre, un costante monitoraggio del disabile dopo la morte dei genitori o del tutore.

La legge sul dopo di noi ha previsto anche una serie di agevolazioni fiscali in favore delle persona affette da disabilità grave.

In particolare, sono previsti strumenti:

  • pubblici, al fine di favorire percorsi di deistituzionalizzazione ed evitare l’isolamento, vale a dire che il disabile venga ricoverato in un istituto;
  • privati: consistono nel destinare il patrimonio (o anche solo un bene) alla cura, alla protezione e all’assistenza del disabile grave (ad esempio, il trust, il vincolo di destinazione e i fondi speciali). Per questi strumenti privati, la legge prevede l’esenzione dall’imposta sulle successioni e donazioni e altre agevolazioni fiscali, a condizione che siano finalizzati esclusivamente a realizzare l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza dei disabili gravi.

Le consulenze possono essere le seguenti: 

CONSULENZA FISIOTERAPICA: la consulenza fisioterapica prevede l’ascolto di quali siano i bisogni sia della famiglia, sia della persona con disabilità per quanto riguarda le strategie posturali. Attraverso una valutazione specifica si indirizza l’utente verso percorsi neuroriabilitativi coadiuvanti: un macro progetto che ha al centro la persona con disabilità acquisita. 

CONSULENZA LEGALE: mettiamo a disposizione consulenze legali e amministrative in area disabilità.

CONSULENZA PSICOLOGICA: un evento neurologico grave, a cui segue una situazione di disabilità acquisita, comporta la presenza di difficoltà non solo motorie, ma anche cognitive, di modulazione del comportamento e psicologiche che hanno un impatto diretto sulla vita della persona ma anche dei familiari. La consulenza è condotta da una socia esperta nel settore. Attraverso un colloquio, si inquadra la situazione e si riorienta la persona e i propri familiari verso possibili interventi, per favorire il “riavviarsi” del processo di adattamento.

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